Scrivere


Scrivere
Scrivere è impegno creativo. La definizione porta in primo piano una potente endiadi esistenziale.
Scrivere, infatti, non è far scivolare lettere su un foglio, o trasformare carta e files in una lunga sequenza di parole. Questi sono gesti inconcludenti; se possibile, essi esprimono la sostanziale negazione dell'autentica scrittura.
Scrivere è innanzi tutto sentire, percepire, creare osmosi tra sé e il mondo, prestando attenzione, ponendosi in rispettosa attesa. La scrittura inizia, perciò, con un atto di grata educazione, capace di 'trarre fuori' dall'erronea consapevolezza della propria centralità per condurre ad una molteplicità di relazioni. I grandi ci hanno insegnato che comporre significa dialogare con i propri predecessori, così da renderli variamente presenti pur nella loro assenza materiale. La pagina porterà il segno di cicatrici che uniscono due lembi di una medesima tradizione: quel che del passato è amputato viene, infatti, riportato a vita attraverso un umile e disciplinato atto di inserzione nel presente.
Scrivere è, quindi, elaborazione intima, studio passionale, agone polemico tra le voci che nel Sè convivono; contesa, a volte sofferta e tormentata, la cui sola soluzione può portare ad una espressione di effettiva (non solo declamata) originalità. La scrittura prosegue, quindi, con una riflessione profonda, che coinvolge pelle e spirito, ogni particella corporea ed ogni respiro. È un processo trasformativo, una metamorfosi che tutto intacca: essa è propriamente 'lavoro', impiego di energie, fatica salvifica che viene dal volgere desiderio ed intento verso un orizzonte di senso.
Scrivere è, poi, saper creare un linguaggio, far selezione di termini, graduati nella loro intensità espressiva, scoprire associazioni, evocare memorie. La scrittura diviene, perciò, comprensione della pluralità dei significati, visione delle storie che conducono ogni parola al tempo odierno. Al contempo, la scrittura si fa proiezione, atto immaginativo, ponte immateriale tra parole in uso e parole nuove, appositamente pensate per plasmare un mondo nuovo o per nominare diversamente l'esistente. Ogni scrittura vive di un proprio stile.
Scrivere è, ancora, processo attivo di costruzione di trame e intrecci, di connessioni scientifiche o narrative. La scrittura conduce ad esplorare connessioni, a sperimentare combinazioni, a rendere mutevole la geometria degli argomenti. Le mappe cambiano, perché sono dall'interno vive; i confini si sciolgono; i percorsi insegnano la direzione della libertà.
Scrivere è, conclusivamente, trasporre sulla pagina le tappe di questo viaggio complesso, uno dei viaggi più belli (o forse IL viaggio più bello) che la vita possa donare, lasciandole sedimentare.
Scrivere è pazientare nel tempo che trascorre, implicando, ulteriormente, un atto protratto di successiva rilettura, intenso, franco, onesto.
Questa è la mia risposta a chi fa della scrittura un gioco inespressivo, un passatempo anodino che lega i momenti vuoti tra un impegno l'altro.